Eredità digitale: come amministrare i beni virtuali del defunto

Nel panorama attuale, la nostra vita si svolge sempre più su due piani distinti: quello fisico e quello telematico. Con il progresso della tecnologia e la crescente digitalizzazione della società, ciascuno di noi accumula un notevole patrimonio virtuale nel corso dell’esistenza. Questo include account sui social media, caselle di posta elettronica, documenti salvati nel cloud, criptovalute, fotografie, filmati, blog, domini internet e persino avatar nei videogiochi.

Questo insieme di risorse costituisce l’eredità digitale di una persona, un patrimonio spesso intangibile ma di valore sia economico sia affettivo, che necessita di essere gestito in modo appropriato dopo la morte del suo titolare.

L’amministrazione dell’eredità digitale rappresenta una sfida relativamente nuova per il diritto successorio tradizionale, che storicamente si è occupato prevalentemente di beni materiali. Quando un individuo scompare, le sue proprietà fisiche vengono generalmente trasferite agli eredi secondo le disposizioni testamentarie o le leggi vigenti. Tuttavia, il destino degli asset digitali resta sovente in un vuoto normativo, soprattutto perché l’accesso a molti di essi è regolato da contratti di servizio con i fornitori online, i quali non sempre prevedono procedure chiare per il trasferimento post-mortem. A complicare ulteriormente il quadro intervengono le normative sulla privacy, che possono limitare l’accesso ai contenuti virtuali del defunto persino ai familiari più stretti.

Pianificare in anticipo: il testamento digitale

Il metodo più efficace per assicurare una corretta gestione del proprio patrimonio virtuale consiste nella pianificazione preventiva. Redigere un testamento digitale ad hoc permette di stabilire con chiarezza il destino dei propri beni virtuali, designando le persone autorizzate ad accedervi e specificando le modalità di amministrazione per ciascuna risorsa dopo la propria dipartita.

Un testamento digitale completo dovrebbe contenere un inventario dettagliato di tutti gli account online, le relative credenziali (o istruzioni per reperirle in modo sicuro) e indicazioni precise per ogni asset: quali contenuti conservare, quali eliminare, quali trasferire e a chi. È altresì opportuno includere disposizioni relative alla gestione dei profili sui social network, specificando se si desidera che vengano trasformati in pagine commemorative, mantenuti attivi da un fiduciario o cancellati definitivamente.

Nel compilare questo documento, è cruciale considerare sia gli aspetti pratici sia quelli emotivi. Alcuni potrebbero desiderare che determinati contenuti digitali personali, come chat private o foto intime, vengano distrutti dopo la morte per tutelare la propria riservatezza. Altri potrebbero invece voler preservare e condividere il proprio patrimonio digitale come parte del proprio lascito culturale e affettivo.

L’accesso ai contenuti del defunto: risvolti legali e operativi

Il recupero dei contenuti digitali di una persona scomparsa è spesso il primo ostacolo per gli eredi. Molti servizi online non hanno politiche ben definite riguardo al decesso degli utenti e le credenziali di accesso potrebbero non essere disponibili. In assenza di un testamento digitale, gli eredi si trovano a dover superare una complessa serie di impedimenti legali e tecnici per ripristinare il patrimonio virtuale del loro caro.

Sotto il profilo legale, l’accesso non autorizzato agli account digitali altrui, anche di un familiare defunto, potrebbe configurare in taluni casi il reato di violazione di sistemi informatici. È quindi essenziale operare sempre nel rispetto delle normative vigenti e delle condizioni di servizio stabilite dalle piattaforme. In molti Paesi, la legislazione si sta evolvendo per far fronte a queste nuove esigenze, ma il quadro giuridico resta frammentato e in via di definizione.

Le principali piattaforme digitali hanno cominciato a implementare strumenti specifici per la gestione dell’eredità virtuale. Facebook, ad esempio, offre la possibilità di trasformare il profilo di un utente deceduto in un account commemorativo o di nominare un contatto erede che possa gestirlo dopo la morte. Google ha introdotto l’Inactive Account Manager, uno strumento che permette agli utenti di specificare cosa debba accadere ai propri dati dopo un lungo periodo di inattività. Apple consente di designare contatti Legacy che possono accedere all’ID Apple e ai dati collegati dopo la scomparsa dell’utente.

Il valore economico dell’eredità digitale

Oltre al valore affettivo e alla memoria, molti beni virtuali possiedono un considerevole valore economico che va tenuto in conto nella successione. Siti web che generano entrate pubblicitarie, canali YouTube monetizzati, account di venditori su piattaforme di e-commerce, domini internet, collezioni di oggetti digitali, opere d’arte NFT e, in particolare, criptovalute rappresentano asset che possono valere somme ingenti.

La gestione di tali beni richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle tecnologie coinvolte. Nel caso delle criptovalute, per esempio, l’accesso ai wallet digitali è protetto da chiavi private senza le quali i fondi diventano irrecuperabili. Senza una pianificazione successoria adeguata, intere fortune in criptovalute rischiano di andare perdute, come dimostrano numerosi casi documentati. È dunque cruciale includere nella pianificazione istruzioni precise su come accedere a questi beni di valore, magari depositando le chiavi private e le indicazioni per il recupero presso un notaio o un fiduciario di fiducia, affinché possano essere trasferite agli eredi al momento opportuno.

Conservare la memoria digitale nel rispetto della riservatezza

L’amministrazione dell’eredità digitale implica un delicato equilibrio tra la conservazione della memoria del defunto e il rispetto della sua privacy. I contenuti digitali possono svelare aspetti intimi della vita di una persona che questa potrebbe non aver desiderato condividere, nemmeno con i propri familiari.

In assenza di disposizioni specifiche, gli eredi si trovano spesso a dover prendere decisioni difficili, cercando di immaginare quali sarebbero state le volontà del defunto. Questa situazione può generare controversie familiari e stress emotivo, soprattutto in caso di emersione di informazioni inattese o sensibili.

La pianificazione anticipata tramite un testamento digitale chiaro e dettagliato può prevenire tali problemi, fornendo indicazioni precise su quali contenuti mantenere e quali eliminare. Al di là degli aspetti legali e pratici, la gestione dell’eredità digitale è anche un’opportunità per riflettere sul significato della nostra presenza online e su come vogliamo essere ricordati. Un numero crescente di persone sceglie di lasciare messaggi pre-programmati, video-testamenti o lettere digitali da far condividere ai propri cari dopo il decesso, trasformando gli strumenti digitali in mezzi per estendere il proprio lascito emotivo e culturale oltre i confini dell’esistenza fisica.

L’eredità digitale costituisce una frontiera in rapida evoluzione, che esige consapevolezza e pianificazione. Comprendere la rilevanza del nostro patrimonio virtuale e predisporre strumenti adeguati per la sua gestione post-mortem significa non solo tutelare risorse di valore, ma anche offrire ai nostri cari la possibilità di gestire con serenità e rispetto la nostra memoria digitale.

Per saperne di più sui nostri servizi, è possibile contattarci nella sede di V. Pra’ di Tos, 3 a Buja (Udine), telefonarci ai numeri 0432 960189 o 335 6787204, o scriverci un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica info@onoranzefunebrisordo.com.