Intervista a Giulia di Varmo, cerimoniere funebre, e Chiara Spadarotto, cantore funebre

Oggi mi trovo in Casa Funeraria Memoria assieme a Giulia di Varmo, cerimoniere funebre, e Chiara Spadarotto, cantore funebre. Due figure innovative nel settore, ma che stanno trovando sempre più largo impiego anche grazie alla crescente diffusione e apertura di strutture come le case funerarie.

Desidero sottoporre loro alcune domande sullo svolgimento della loro professione.

Giulia di Varmo: cerimoniere funebre

1. Come ha iniziato questa professione? Cosa l’ha spinta a intraprendere questo percorso?

Ho iniziato questo lavoro per una combinazione di fattori. Da tempo collaboro con diverse agenzie di onoranze funebri occupandomi della loro comunicazione digitale; inoltre ho un’esperienza pluriennale nel settore comunicazione, dedicandomi anche alla formazione. Dall’altro, ho vissuto un lutto familiare che mi ha fatto comprendere quanto sia importante il ruolo di chi accompagna le famiglie in un momento così delicato.

2. Quali sono le principali responsabilità di un cerimoniere funebre?

Il mio compito principale è guidare la cerimonia funebre, dando un senso di ordine e raccoglimento. Mi occupo della preparazione del discorso, dell’accoglienza dei partecipanti e della gestione dei tempi del rito. Inoltre, spesso aiuto i familiari a esprimere i loro sentimenti attraverso parole e gesti commemorativi.

3. Come si struttura una cerimonia funebre e quali elementi devono essere sempre presenti?

Dipende molto dalle tradizioni religiose o culturali della famiglia. In generale, una cerimonia comprende un momento di raccoglimento, il ricordo della persona scomparsa attraverso discorsi o letture, eventuali interventi musicali e il commiato finale. Se si tratta di un rito laico, si può personalizzare con poesie, testimonianze o gesti simbolici.

4. Ci sono differenze nelle cerimonie a seconda delle tradizioni religiose o culturali?

Sì, assolutamente. Nei funerali cattolici, ad esempio, la funzione è guidata da un sacerdote e segue un rituale preciso, con preghiere e benedizioni. Nei funerali laici, invece, si dà più spazio ai ricordi personali e a letture significative. Alcune culture prevedono riti molto diversi, come l’accensione di incensi o cerimonie all’aperto.

5. Quali sono le difficoltà più grandi di questo lavoro, sia a livello emotivo che organizzativo?

Sicuramente l’aspetto emotivo è il più complesso. Ogni cerimonia porta con sé dolore e commozione, e anche se cerco di mantenere il controllo, è inevitabile lasciarsi coinvolgere. Dal punto di vista organizzativo, la difficoltà principale è rispettare i tempi e coordinare tutti gli elementi della cerimonia senza imprevisti.

6. Come gestisce il rapporto con le famiglie in lutto?

Con grande rispetto e sensibilità. Ogni persona affronta il lutto in modo diverso, quindi il mio ruolo è capire le loro esigenze, offrire conforto e guidarli nel modo più delicato possibile. Ascoltare è fondamentale: a volte le persone hanno solo bisogno di sentirsi capite.

7. C’è stato un funerale particolarmente toccante o significativo nella sua carriera?

Ogni funerale ha qualcosa di speciale, ma ricordo in particolare la cerimonia di mio suocero. Inizialmente i familiari non volevano appoggiarsi alla casa funeraria, poi hanno scelto la location per il funerale e ne sono rimasti molto colpiti in modo positivo. Ho deciso di ricordare la persona cara con un discorso da me preparato, che è stato un ricordo del defunto in vita. È stato molto forte emotivamente reggere la situazione, ma sono riuscita anche a far sorridere i presenti raccontando qualche aneddoto, che sembrava far rivivere, in quel momento, la persona cara. Anche la scelta della musica a fine cerimonia è stata molto suggestiva e di impatto.

8. Quanto è importante il tono della voce e il modo di comunicare durante una cerimonia?

Fondamentale. La voce deve essere calma, rassicurante e solenne. Ogni parola deve trasmettere rispetto e conforto, senza risultare artificiale o distante. La comunicazione non è solo verbale: anche la postura e lo sguardo trasmettono molto.

9. Quali competenze o qualità personali ritiene essenziali per svolgere bene questo lavoro?

Empatia, capacità comunicative e organizzative. Bisogna essere capaci di ascoltare, di gestire le emozioni e di mantenere il controllo della situazione. La sensibilità è fondamentale, ma bisogna anche saper dare struttura alla cerimonia senza lasciarsi sopraffare.

10. Come vede l’evoluzione delle cerimonie funebri nel futuro? Si stanno diffondendo nuove tendenze?

Negli ultimi anni si stanno diffondendo cerimonie sempre più personalizzate, con elementi simbolici e momenti di condivisione più intimi. Anche la tecnologia sta avendo un impatto, con la trasmissione in streaming dei funerali per chi non può partecipare. Inoltre, cresce l’attenzione verso riti ecologici, come le sepolture naturali.


Chiara Spadarotto: cantore funebre

1. Qual è il tuo ruolo nella cerimonia funebre?

Il mio ruolo è accompagnare l’anima del defunto con un canto. In questo senso, sono una psicopompa. La parola psicopompa deriva dal greco, composta da psiche = ANIMA e pompos = COLEI CHE MANDA [o guida].

2. Esegui i tuoi canti solo per i defunti?

Li eseguo per tutti, e in questo caso anche per i familiari del defunto, con la funzione di promuovere la loro pace nel cuore.

3. Come agisce il tuo canto sulle persone che lo ricevono?

Agisce dove serve portare equilibrio, amore e benessere nell’anima.

4. Come nascono i tuoi canti? [Ho riformulato per chiarezza]

I canti non hanno alcun testo predefinito e li eseguo senza un canovaccio, non hanno parole comprensibili alla mente razionale. Vengo semplicemente guidata a eseguirli e io mi metto nella condizione di poterlo fare. Nelle cerimonie, come in questo caso, il canto beneficia anche i familiari come inno alla Vita che promuove la Pace nel cuore.

5. Quindi i tuoi canti li esegui a tutti oltre che alle anime dei defunti?

Sì, per tutti, defunti e non, proprio perché sono a servizio della Vita e della Morte.

6. Oltre a eseguire questi canti, che professione fai?

Sono una guaritrice spirituale e lavoro nel campo della psicologia olistica. Ho creato un percorso denominato: Ritrova la forza di vivere che aiuta le persone, anche ma non solo, ad attraversare le fasi del lutto sciogliendo i loro blocchi, rimuovendo shock, traumi e ferite del passato, così da liberarle dal dolore di ogni perdita e accompagnarle nuovamente a gioire nella vita con la pace e l’amore nel cuore. Il percorso nasce dopo aver perso mio fratello e mio padre a sei giorni di distanza l’uno dall’altro.

Vi ringrazio per la presenza e per averci dato modo di approfondire queste tematiche.

Desidero ricordare che la nostra agenzia già utilizza queste figure, che sono previste in ogni funerale, sia di tipo religioso che laico. Ogni persona merita di essere ricordata con dignità, rispetto e affetto, affinché la vita non sia stata invana.

Richiedete la presenza del cerimoniere e del cantore per commemorare con dignità i vostri cari e conservare un ricordo positivo e indelebile anche dell’ultimo saluto.