Affrontare la perdita: l’elaborazione del lutto nei bambini
La scomparsa di una persona significativa, soprattutto un genitore, può avere un impatto profondo sulla vita di un bambino o di un adolescente. È cruciale supportarli in modo appropriato durante questo periodo.
Parlare con onestà
Per aiutare il minore a elaborare il lutto, è fondamentale comunicare la verità sulla morte utilizzando un linguaggio adatto alla sua età. Le parole da usare per un bambino di cinque anni saranno necessariamente diverse da quelle per un quattordicenne.
È essenziale parlare apertamente della morte per evitare che il minore si aspetti un ritorno della persona cara. Si dovrebbero quindi evitare metafore come “è in viaggio”, “si è trasferito lontano” o frasi simili. Naturalmente, il modo in cui il tema viene affrontato sarà influenzato dai valori familiari, siano essi legati alla fede religiosa, alla credenza nell’aldilà, all’ateismo o all’agnosticismo.
Il diritto di esprimere tristezza
Spesso gli adulti tendono a celare il proprio dolore ai più giovani o a tentare di mantenere una parvenza di normalità. È importante, invece, ricordare che la vita è stata stravolta per tutti, non solo per gli adulti.
È quindi giusto affrontare questa nuova fase insieme, condividendo apertamente la gamma di emozioni provate: rabbia, tristezza, malinconia, ma anche momenti di serenità e gioia. I bambini e gli adolescenti devono capire che è normale sperimentare tutti questi stati d’animo, senza doversi sentire in colpa, né verso il defunto né verso chi resta loro vicino.
Rispettare i tempi di ciascuno
Il nome della persona scomparsa non deve trasformarsi in un argomento tabù. Ci si deve sentire liberi di nominarla e di ricordarla, sia negli aspetti positivi sia in quelli che piacevano meno. Tutto ciò deve avvenire in modo spontaneo, senza alcuna forzatura.
Se il bambino o l’adolescente non si sente ancora pronto a parlarne, è importante rispettare i suoi tempi. Sarà lui a manifestare le sue emozioni quando si sentirà pronto. Preoccuparsi per il suo stato d’animo è naturale, ma senza eccessi. È opportuno rivolgersi a un esperto solo se si notano cambiamenti radicali nella sua personalità, se compie atti di autolesionismo o se parla insistentemente di suicidio.
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